“Comunicare le attività di protezione civile alle giovani generazioni” è il titolo del seminario che, all'interno della Settimana dedicata al settore dalla Provincia di Trento, si è svolto questa mattina alla Biblioteca universitaria nel quartiere delle Albere a Trento, dove ha preso forma la Cittadella dedicata alle Strutture operative. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle varie componenti la Protezione civile trentina che, tra comparto pubblico e associazioni di volontariato, raccoglie circa 11mila tra uomini e donne. “La Protezione civile siamo tutti noi. E quando dico 'noi' intendo l'intera popolazione del Trentino” ha detto Lorenzo Malpaga, dirigente del Servizio bacini montani, che ha coordinato i lavori rivolti in particolare agli insegnanti delle scuole.
Settimana della Protezione civile, il confronto tra i rappresentanti dei territori italiani dell’Arco alpino
“Di fronte a cambiamenti climatici che incidono fortemente sugli eventi calamitosi, è ora meno possibile fare affidamento sull’esperienza per prevenire possibili eventi futuri. Per questo, è fondamentale che chi frequenta la montagna prenda coscienza del fatto che il rischio zero non esiste ed agisca con cautela, ad esempio rendendosi conto che nei periodi più caldi il rischio di crolli di masse glaciali aumenta”. Così il professor Alberto Bellin, professore ordinario di costruzioni idrauliche del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica all’Università di Trento e consulente della Procura a seguito della tragedia occorsa il 3 luglio 2022 in Marmolada. Le analisi compiute in collaborazione con il glaciologo dell’Università di Pisa Carlo Baroni hanno evidenziato come “nei giorni precedenti non ci fossero segni premonitori evidenti di un crollo imminente” ha spiegato ieri pomeriggio Bellin, parlando per la prima volta in pubblico della questione nell’ambito del convegno internazionale dedicato al rischio alluvionale, inserito nel programma della Settimana della Protezione civile. Il crollo del ghiacciaio di punta Rocca era dunque imprevedibile. Gli approfondimenti scientifici hanno poi stabilito che la resistenza del ghiaccio sul fondo roccioso è diminuita a causa della presenza di acqua liquida in seguito all’innalzamento della temperatura durante l’intero periodo estivo: “Questo ha fatto sì che gli sforzi tangenziali all’interno del ghiacciaio siano aumentati, fino alla rottura della massa” sono state le sue parole.
Settimana della Protezione civile: in corso il convegno di due giorni promosso dal Servizio Bacini montani
La tempesta Vaia di fine ottobre 2018 e - nello specifico - il caso del rio Rotian a Dimaro in Val di Sole, che con la sua imponente colata di detriti causò la morte di una persona, sono stati al centro dell’approfondimento interdisciplinare ospitato stamani nella sala della Cooperazione, che ha aperto la Settimana della Protezione civile nel sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont. Un appuntamento incentrato sul rischio alluvionale, promosso dal Servizio bacini montani della Provincia autonoma di Trento che ha coordinato un gruppo di ricerca formato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università degli Studi di Trento, dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università degli Studi di Padova e dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La lente è stata puntata in particolare sulla capacità di resilienza del territorio e sull’impossibilità di azzerare totalmente le forze della natura, che in alcune circostanze - il "caso Rotian" ne è un esempio - sono ben superiori rispetto alle opere mediante le quali l'uomo cerca di fronteggiarle. Pertanto non è sufficiente mitigare il rischio tramite le opere di protezione, come hanno ricordato il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna Raffaele De Col e il dirigente del Servizio Bacini montani Lorenzo Malpaga: “Le opere di sistemazione idraulica non potranno mai proteggerci dai comportamenti imprudenti di quanti ad esempio si avvicinano ai corsi d’acqua in piena. Per questo, la Settimana della Protezione civile rappresenta un’importante occasione di crescita per tutta la popolazione”. Al tavolo dei relatori sono intervenuti anche Marco Borga (Università di Padova), Giorgio Rosatti (Università di Trento) e Lorenzo Marchi (Cnr).
Settimana della Protezione civile: il 9 e 10 ottobre convegno alla sala della Cooperazione
Le opere di sistemazione dei torrenti hanno una lunga tradizione in Trentino - come nelle Alpi in generale - dove a partire dal XIX secolo queste misure rappresentano il presupposto per una razionale gestione del rischio alluvionale. Se ne discute nell’ambito della due giorni di convegno dal titolo “Pericolo alluvionale, opere di mitigazione e rischio residuo: come gestire i cambiamenti nel tempo?”, organizzato dal Servizio Bacini montani. L’appuntamento è per lunedì 9 e martedì 10 ottobre nella sala della Cooperazione a Trento. Si tratta del primo evento organizzato nell’ambito della Settimana della Protezione civile, che coinvolgerà tutte le Strutture operative con dimostrazioni, dialoghi con la popolazione e attività rivolte a bambini e adulti.
Un’adeguata informazione favorisce, anche nell’ambito delle attività di protezione civile, l’adozione di scelte e di comportamenti consapevoli che contribuiscono a migliorare la capacità di risposta delle comunità agli eventi calamitosi nella riduzione dei danni e nella salvaguardia delle vite umane. L’efficacia della comunicazione non dipende solo dall’accuratezza del messaggio ma anche dalla capacità di esprimere concetti tecnici in modo semplice e di instaurare una relazione anche emotiva tra i vari interlocutori.
Nelle giornate di lunedì 9 e di martedì 10 ottobre 2023, si terrà a Trento il workshop “Pericolo alluvionale, opere di mitigazione e rischio residuo: come gestire i cambiamenti nel tempo?”, organizzato dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento, il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell’Università di Padova e l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Gli strumenti di riferimento per la pianificazione urbanistica e per le attività di Protezione Civile in Trentino
Scatta il primo aggiornamento delle Carte della pericolosità relative al territorio trentino, dalle quali emergono eventuali pericoli connessi a fenomeni idrogeologici. Il documento è stato approvato dalla Giunta provinciale, sulla base del lavoro di approfondimento compiuto dalle strutture competenti in materia di pericolo idrogeologico e urbanistica, che hanno apportato alcune integrazioni in relazione ad eventi idrogeologici e alla realizzazione di interventi di protezione e mitigazione del pericolo.
Ieri pomeriggio alla cerimonia officiata da monsignor Tisi anche l’assessore Zanotelli
È stato ricordato con la celebrazione della Messa officiata ieri pomeriggio in Duomo a Trento da monsignor Lauro Tisi, San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali d’Italia.
Alla celebrazione, insieme alle tante autorità militari e civili presenti in Duomo, è intervenuta anche l’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli. "A tutti voi giungano i ringraziamenti dell’amministrazione provinciale e di tutta la comunità trentina. L’augurio è che possiate continuare a lavorare con passione e responsabilità, affinché possiate rendere sempre al meglio il vostro servizio alla comunità trentina“ le parole dell'assessore.
Gli interessati con meno di 42 anni possono presentare la candidatura entro il 10 agosto
Il Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento è alla ricerca di operai con esperienza nel settore dell’edilizia o delle sistemazioni idrauliche e forestali, che al 10 agosto 2023 non abbiano superato i 42 anni di età. Il numero degli operai oggi alle dipendenze del Servizio Bacini montani è pari a 154 unità, inferiore all’organico minimo stabilito dalla Giunta provinciale in 160 operai, con l’obiettivo di garantire l’efficiente funzionamento della struttura. Per compensare tale carenza e - più in generale - per far fronte ai numerosi pensionamenti previsti nei prossimi mesi, è stata programmata l’assunzione di circa 25 persone entro fine anno. Nell’arco del prossimo triennio almeno altrettanti operai dovranno essere assunti per far fronte agli ulteriori pensionamenti previsti.
Aggiornato il Piano provinciale per la mitigazione dei danni causati dalle alluvioni
Oltre 45 milioni di euro di nuove risorse per la manutenzione diffusa di alvei e versanti, oltre che per la realizzazione di nuove opere di sistemazione idraulica. Ecco il sesto aggiornamento del Piano degli interventi 2019-2023, in materia di sistemazioni idrauliche e idraulico-forestali, approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’agricoltura e foreste, Giulia Zanotelli. L’Amministrazione di Piazza Dante conferma con questa iniziativa la propria attenzione alle attività di contrasto alle alluvioni, con previsione anche per gli anni 2024 e 2025 per il completo finanziamento ed esecuzione di opere e interventi programmati e caratterizzati da necessità e urgenza. “Il Piano inquadra le opere e gli interventi previsti per quest’anno dal Servizio bacini montani, ma con sguardo necessariamente rivolto agli anni successivi” spiega l’assessore Zanotelli, evidenziando come con questa iniziativa si intenda “dare concretezza e continuità alla prevenzione e all’attenzione degli effetti delle alluvioni, che questa struttura applica da decenni su tutto il territorio trentino. Portiamo così a quota 161 milioni di euro le risorse stanziate nel quinquennio di legislatura”. Particolare importanza riveste l’esecuzione di opere e interventi in ‘amministrazione diretta’, ossia tramite personale assunto con contratto edile, che garantisce celerità d’azione e flessibilità d’intervento. A breve il Servizio bacini montani attiverà una procedura pubblica per l’assunzione di nuovi operai, posto che un conchiuso di Giunta dell’11 ottobre 2020 ha stabilito in 160 il numero d’operai edili atto a garantire la piena operatività della struttura.