ALLUVIONI: cosa non fare nel momento in cui si verificano

30/12/2024 - Le alluvioni colpiscono ciclicamente il nostro territorio, ma solo in parte è possibile indicare quali luoghi colpiranno, mentre quasi mai è prevedibile l’istante nel quale si verificheranno.
Le previsioni risultano teoricamente più agevoli nel caso dei fiumi: ad esempio l’Adige, il cui bacino si estende in Trentino Alto-Adige per oltre 8.000 kmq, ha “tempi di risposta” di svariate ore, dall’inizio delle piogge al raggiungimento del “colmo” della piena. Questo lasso di tempo consente alle istituzioni e alla popolazione di adottare opportune azioni di preparazione e di protezione civile.
Viceversa, quanto più è ridotta l’estensione del bacino idrografico, tanto più difficoltosa diviene la previsione degli eventi. Porzioni di territorio di pochi chilometri quadrati reagiscono a piogge brevi e violente in tempi estremamente rapidi, nell’ordine di poche decine di minuti.

In caso di allerta meteo, e più in generale allorquando stia per manifestarsi o si manifesti un evento alluvionale, assumono importanza fondamentale non solo gli interventi della Protezione civile (messi principalmente in atto dai Vigili del Fuoco volontari e dal Servizio Bacini Montani) ma anche – e in alcuni casi soprattutto – i comportamenti adottati dalla popolazione.

A corredo di questo testo vengono pubblicate alcune fotografie emblematiche, scattate in due occasioni: l’alluvione del 4-5 novembre 1966 a Trento e la piena del fiume Sarca a Arco il 3 ottobre 2020. Queste immagini mostrano cosa il cittadino non deve fare di fronte a un fiume o a un torrente gonfio d’acqua e detriti: non deve attraversare i ponti (né a piedi né con altri mezzi), non deve avvicinarsi agli argini, non deve accostare in alcun modo corsi d’acqua in piena: ne va della sua vita.

Basti ricordare che all’indomani dell’alluvione che nel novembre 1994 colpì il Piemonte provocando settanta vittime, venne stimato che circa un terzo delle stesse era riconducibile all’imprudenza.

Fronteggiare adeguatamente le alluvioni è quindi compito non solo delle strutture professionali e volontarie che compongono la Protezione civile trentina, ma di tutti i 542.996 cittadini che secondo i dati dell’ultimo censimento risiedono nella nostra provincia. Ognuno di noi dev’essere responsabile della propria incolumità e, se genitore, dell’incolumità dei propri figli minorenni, ricordando sempre che i piani alti delle abitazioni rappresentano il luogo più sicuro per affrontare le alluvioni, mentre strade, ponti, garage e seminterrati possono trasformarsi in trappole senza uscita.

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