Colata di detriti sul rio Afasè nei comuni di Caderzone Terme e Pinzolo

22/09/2020 - In occasione dell'ultima emergenza meteorologica del 29 agosto 2020 (allerta moderata “arancione”) si sono manifestati sul territorio trentino alcuni episodi di colata detritica (“debris flow”): si tratta di fenomeni di dissesto idrogeologico tipici di alcuni ripidi torrenti e versanti, quindi piuttosto frequenti nel nostro territorio, simili alle colate di lava generate dai vulcani. Non a caso, il corrispondente termine francese è “lave torrentielle”. Rispetto alle colate di lava, le colate torrentizie sono tuttavia caratterizzate da velocità assai maggiori, e possono originare in tempi brevissimi (pochi minuti) danni devastanti alle strutture che si frappongono al loro cammino, specialmente qualora nella componente solida della colata siano presenti massi di grandi dimensioni.

Gli effetti delle colate detritiche possono essere mitigati, per quanto possibile, con opportune politiche di gestione del territorio e la costruzione di opere di difesa nella consapevolezza dei limiti di tali strumenti, sia per quanto riguarda l’impossibilità di prevedere in quale luogo e momento questi fenomeni si manifesteranno sia per quanto concerne l'efficacia delle opere realizzate, nessuna opera di difesa infatti potrà mai eliminare completamente ogni rischio.

Emblematico a tale proposito è il caso del rio Afasè, modesto affluente di destra del Sarca di Val Genova nei pressi del ponte di Viòftra. Verso le 5 del mattino di domenica 30 agosto questo impluvio ha dato origine, senza alcun preavviso, a una colata di detriti che ha convogliato presso la confluenza nel fiume Sarca quasi 4.000 metri cubi di congerie (foto 1). La colata si è innescata a circa 1.600 metri di quota (foto 2), poco a valle dei pascoli di malga Campo, nel comune di Caderzone, in conseguenza di un nubifragio. Nel suo sviluppo – circa 1.500 metri lineari per 900 metri di dislivello – ha provocato l’interruzione della strada comunale Caderzone-Diaga (foto 3) e, dopo aver profondamente inciso l’alveo torrentizio, si è riversata nel fondovalle. Qui, ad attenderla, c’erano le opere di protezione opportunamente realizzate nel 1998 (foto 4) a seguito di un evento analogo, ma di proporzioni ben inferiori: in particolare un’ampia “piazza di deposito” che ha trattenuto gran parte dei detriti, evitando che si riversassero sulla sottostante pista ciclopedonale e nell'alveo del Sarca di Genova, presso la cui opposta sponda sorge la zona produttiva di Carisolo (visibile nell’ortofoto). Oggi le opere di sistemazione idraulica sono state prontamente ripristinate (foto 5).

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